Sulla falsa riga di un comune detto, si potrebbe dire che la bellezza sia sempre e necessariamente subordinata al gusto: è indubbia verità questa, sebbene sia ancorata a concetti la cui definizione non lo è altrettanto.
Cos’è infatti la bellezza? Un’intera corrente filosofica, l’estetica appunto, ha basato anni di speculazioni su questa domanda e la risposta non è mai risultata né semplice né univoca.
È chiaro come ogni epoca attribuisca valore estetico alle cose in base a criteri diversi, e che in qualche modo ciò che si considera bello sia sempre relativo: la contemporaneità, ad esempio, attribuisce un valore estetico in ragione di una moda o di un canone, strettamente vincolati allo scorrere del tempo. Assume un ruolo centrale in questa attribuzione la “novità”: ciò che è nuovo è sempre bello, il vecchio è passato e in quanto tale va gettato via.
Eppure, è proprio la bellezza quest’anno il tema scelto come filo conduttore dell’insieme di eventi organizzati per festeggiare l’undicesimo compleanno di ReMida, centro di riuso creativo di materiali di scarto aziendale, dal 2007 gestito e curato dall’Associazione di Promozione Sociale Funamboli, che si occupa di promuovere atteggiamenti ecologicamente ed eticamente corretti, tramite percorsi di formazione pensati per categorie professionali e età diverse.
Si potrebbero allora definire “belli” degli scarti aziendali?
Sembra che nel mettere insieme questi due termini si costituisca quasi un ossimoro: gli scarti sono, per la nostra società, l’emblema dell’inutile; scarto è ciò che viene considerato indegno di avere un proprio posto, ciò che viene buttato via.
ReMida dimostra il contrario: raccogliendo al suo interno i materiali ricavati dalle rimanenze e dagli scarti della produzione industriale e artigianale, si propone di dare nuova vita e valore agli errori di produzione, e, appunto, nuova bellezza, intesa non solo come bellezza esteriore, ma anche come valore intrinseco.
Il concetto che si vuole far arrivare è che tra etica e estetica esiste un indissolubile legame; ci si deve riabituare a vedere la bellezza laddove non si è abituati a cercarla: non nel lusso, non nel nuovo, ma in ciò che è “buono”.
Quasi ricollegandosi alla convinzione degli antichi greci, secondo cui qualsiasi cosa fosse buona dovesse essere per forza di cose anche bella, tramite la realizzazione di una tavola rotonda e una serie di eventi gratuiti rivolti a tutta la cittadinanza, che avranno luogo a partire dal 10 novembre, ReMida vuole dimostrare che esiste anche un “diritto alla bellezza”, una bellezza non lussuosa, non costosa, non solo un qualcosa di esteriore m un vero e proprio valore umano e morale.
Domenica 10 novembre parte l'evento “4017+ giorni di scarti aziendali per il diritto alla bellezza”: la giornata inaugurale consisterà in una tavola rotonda, seguita da una sfilata di abiti realizzati con gli scarti, un rinfresco offerto da NaturaSì Bologna e ancora tante altre interessanti attività.
Nelle seguenti giornate saranno organizzati diversi laboratori sul riuso creativo degli scarti aziendali, che si terranno da novembre a maggio 2020.
Un'occasione per riflettere sul riciclo in maniera "leggera", senza sottolineare per forza l'urgenza che caratterizza oggi il riutilizzo dei materiali di scarto: acquisire competenze e conoscenze utili per sapere come riciclare, ma divertendosi, stimolando il lato creativo, dando un nuovo significato al concetto di bellezza.
Gli eventi con sede a ReMida - via Turati, 13, Calderara di Reno - prevedono l’ingresso con tessera Arci.
Per informazioni e prenotazioni contattare:
e-mail: prenotazioni@remidabologna.it
telefono: 3922019710 / 0510232777 - attivo solo martedì, giovedì dalle 14.30 alle 18.30 e venerdì e sabato dalle 10 alle 13.